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Dieta e Gravidanza

mar 25, 2022

Donna e gravidanza: alimentazione


L’alimentazione materna influenza la crescita e lo sviluppo del feto.



La qualità dell’alimentazione materna durante la gravidanza è uno dei fattori che può influenzare in maniera significativa la salute non solo della gestante, ma anche del feto. E’ quindi opportuno prestare attenzione all’alimentazione della futura mamma a partire dal periodo pre-concezionale, quindi prima del concepimento, fino a tutto il periodo della gravidanza e successivamente fino al periodo dell’allattamento. Si tratta di tre fasi della vita della donna (periodo pre-concezionale, gravidanza e allattamento) in cui cambia non solo il fabbisogno energetico (quindi le energie totali di cui la donna ha bisogno), ma anche il fabbisogno dei macro e micronutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine e Sali minerali).

Nel corso della gestazione l’organismo materno deve andare incontro a una serie di adattamenti fisiologici (endocrino-metabolici, cardiologici, renali, ematici, immunitari) indispensabili per il buon esito della gravidanza. Un’alimentazione corretta è uno dei determinanti a essere coinvolti poiché è indispensabile a garantire il benessere materno e fetale. Una dieta corretta è lo strumento necessario per soddisfare le richieste energetiche materne e per fornire al feto i substrati necessari ala sua crescita.

L’aumento di peso della donna in gravidanza dipende dall’indicatore di massa corporea (BMI) pre-gravidico.

A seconda dello stato nutrizionale pre-concezionale l’aumento di peso (incremento ponderale) raccomandato per la donna in gravidanza è variabile:

  • Donna sottopeso (BMI pregravidico < 18.5): aumento di 12,5 -18 kg.
  • Donna normopeso (BMI pregravidico 18.5 – 24.9): aumento di 11,5 -16 kg.
  • Donna sovrappeso (BMI pregravidico 25-29.9): aumento di 7-11,5 kg.
  • Donna obesa (BMI pregravidico > 30): aumento di 5-9 kg.

Raccomandazioni IOM (Institute of Medicine) 2009


Evitare un eccessivo aumento di peso durante la gravidanza è fondamentale per prevenire il sovrappeso e l’obesità materna; la gravidanza è infatti un fattore di rischio per lo sviluppo di sovrappeso e l’incremento di peso durante la gestazione è il fattore più importante nel determinare il mancano ripristino del peso pregravidico.


Aumento di peso in gravidanza varia a seconda del trimestre.


L’incremento di peso deve comunque essere graduale durante la gestazione e in particolare è minimo nel primo trimestre (circa 1,5 kg) mentre aumenta nel secondo e terzo trimestre.


Da cosa è determinato l’incremento di peso materno:


  • ghiandola mammaria (0,7-1,4 kg)
  • aumento dell’utero (1,1 kg)
  • peso del feto (3,2 -3,4 kg)
  • sviluppo della placenta (0,5 -0,7 kg)
  • aumento del liquido amniotico (0,9 kg)


Fabbisogno energetico in gravidanza varia a seconda del trimestre e della condizione della donna.


Una corretta alimentazione è condizione indispensabile per garantire un buon esito della gravidanza, essendo la dieta, lo strumento necessario per soddisfare le richieste energetiche materne e fornire al feto i nutrienti necessari per lo sviluppo. Il fabbisogno energetico nel primo trimestre, purché la donna abbia riserve energetiche sufficienti, non ha bisogno di essere aumentato mentre il supplemento energetico giornaliero consigliato nel secondo e terzo trimestre è di 365 kcal/die se la donna è sotto-peso, 300 kcal/die se la donna è normopeso e 200 kcal/die se è in sovrappeso.


Apporto di carboidrati


Devono rappresentare il 45-60% delle calorie totali preferendo carboidrati complessi e ricchi di fibre alimentare e limitando l’assunzione di zuccheri semplici. E’ consigliato il consumo di cereali integrali, legumi, frutta, verdura per aumentare l’apporto di fibra, vitamine e oligoelementi.


Apporto di grassi


I grassi dovrebbero rappresentare il 20-35% dell’energia totale. Va promosso il consumo di acidi grassi essenziali omega 3 (pesce e grassi vegetali) e omega 6. E’ consigliato il consumo di 1-2 porzioni alla settimana di pesce grasso come sgombro e salmone.


Apporto di proteine


Il fabbisogno proteico in gravidanza aumenta in maniera progressiva per far fronte non solo alla crescita e sviluppo del feto, ma anche dei tessuti materni e del volume plasmatico. Una buona parte di questo apporto dovrebbe derivare da proteine ad alto valore biologico come carne bianca, pesce, latte e yogurt e uova.


Ferro


Durante la gravidanza il fabbisogno di ferro aumento per cui è importante che a donna assuma alimenti ricchi in ferro (carne magra, pesce, pollame e cereali) e contemporaneamente assuma una fonte di vitamina C per aumentarne la biodisponibilità. Per questa ragione si suggerisce di aggiungere una spruzzata di limone, ricco di vitamina C, alla carne.


Calcio

Anche il fabbisogno di calcio aumenta in gravidanza per far fronte alla calcificazione del tessuto osseo fetale.


Acido folico


L’acido folico svolge un ruolo protettivo nei confronti dello sviluppo di difetti congeniti, in particolare danni a carico del tubo neurale. Si consiglia sempre la supplementazione con acido folico a partire dal periodo pre-gravidico.


Rischi legati a particolari alimenti: metilmercurio e diossine nel pesce


Nonostante le raccomandazioni nutrizionali suggeriscono il consumo di pesce grasso una o due volte alla settimana anche per le donne in gravidanza il pesce può favorire in modo significativo l’esposizione ad alcuni contaminanti quali metilmercurio e diossine. La concentrazione di questi contaminanti è maggiore nei pesci grassi come il salmone e le aringhe. Un’assunzione elevata di queste varietà di pesce espone al rischio di superare la dose settimanale tollerabile provvisoria di metilmercurio; tuttavia le gestanti che consumano fino a 2 porzioni a settimana di pesce alla settimana difficilmente superano questa dose.


Malattie infettive legate agli alimenti


Il rischio di contrarre malattie infettive legate agli alimenti è legato alla toxoplasmosi, listeriosi e brucellosi. Una buona igiene legata alla conservazione e preparazione degli alimenti risulta quindi fondamentale. In particolare:

-       Buona igiene delle mani prima di mangiare e cucinare;

-       Consumo di carne, pesce e uova solo ben cotti;

-       Evitare latte e latticini da latte non pastorizzato;

-       Accurato lavaggio di frutta e verdura.

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Endometriosi
Autore: dott.ssa Teresa Coviello 28 feb, 2022
Quadro generale La PCOS o sindrome dell’ovaio policistico è un disordine endocrino che causa importanti effetti sulla salute della donna sia a livello metabolico che riproduttivo.  Da un punto di vista clinico è caratterizzata dall’ingrossamento delle ovaie, dalla presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni a livello endocrinologico e metabolico quali per esempio iperandrogenismo, resistenza all’insulina e conseguente iperinsulinemia. Ha una prevalenza del 5-10% nelle donne e compare nel periodo adolescenziale rappresentando una delle più comuni cause di infertilità nella donna. La PCOS si inserisce all’interno di un quadro funzionale più complesso che coinvolge il sistema riproduttivo, il sistema endocrino e il quadro metabolico. In generale l’aumentata concentrazione degli ormoni sessuali maschili (androgeni) è la causa della maggior parte delle manifestazioni tipiche della sindrome quali: • Irsutismo e eccesso di peluria sul viso e sul corpo • Acne • Alopecia androgenetica • Irregolarità del ciclo mestruale Esiste una notevole variabilità inter-individuale che porta le donne affette da PCOS a presentare gradi di intensità di queste manifestazioni diverse. Sovrappeso-obesità e insulino-resistenza Sovrappeso e obesità si riscontrano in circa il 50% delle donne con PCOS con una distribuzione del grasso che tende a essere di tipo centrale cioè localizzata a livello addominale e definita obesità di tipo androide. L’insulino-resistenza , caratterizzata da una resistenza sistemica all’ormone, è una condizione che si presenta nel 40% delle donne con PCOS e che può presentarsi con gradi diversi fino a diabete clinico, dislipidemia mista (LDL alte, HDL basse e trigliceridi alti). Tutti questi aspetti rendono le donne con PCOS soggette a un aumentato rischio di sindrome metabolica. La presenza di sovrappeso o obesità nelle donne con PCOS determina un peggioramento del quadro clinico sia da un punto di vista metabolico che riproduttivo in quanto l’eccesso di peso porta ad un’aumentata prevalenza di insulino-resistenza, diabete mellito di tipo II, peggioramento del profilo lipidico, maggior rischio di sindrome metabolica e quindi malattie cardiovascolari, maggiore prevalenza di oligomenorrea, amenorrea e infertilità, peggior risposta alle terapie di induzione (minor tasso di ovulazione e concepimento), minor percentuale di gravidanze nelle tecniche di fecondazione assistita con aumentata frequenza di aborti spontanei. Dieta e attività fisica Una dieta ipocalorica, la riduzione del grasso corporeo e l’esercizio fisico costante sono assolutamente raccomandati in quanto comportano un miglioramento sia della funzione ovarica sia una normalizzazione del metabolismo glucidico. Da un punto di vista del trattamento, oltre alla terapia mirata, uno stile di vita sano e attivo e l’eventuale perdita di peso concorrono a tenere sotto controllo il quadro. L’esercizio fisico svolto con regolarità è importante per ridurre la resistenza insulinica, per agevolare la perdita di peso e per migliorare il quadro ormonale. Il miglioramento di tutti questi parametri è utile a ripristinare l’ovulazione e favorire l’effetto dei farmaci utilizzati per l’induzione dell’ovulazione. Anche una riduzione del 5-10% del peso corporeo e il mantenimento a lungo termine del peso raggiunto rappresenta un vantaggio in termini di salute. Raccomandazioni dietetiche generali • Adeguato apporto di fibra tramite frutta e verdura; • Adeguato consumo di carboidrati integrali (riso, pasta e pane integrali anziché raffinati) con cottura preferibilmente “al dente”; • Riduzione dell’assunzione di zuccheri semplici e controllato apporto di carboidrati complessi; • Riduzione dell’assunzione di grassi saturi; • Preferenza per cotture semplici: cottura al vapore, al microonde, alla griglia, alla piastra, pentola a pressione evitando le fritture e le cotture in padella con olio o grassi aggiunti; • Controllo dell’indice glicemico dei singoli pasti; • Adeguato consumo di pesce (fresco o surgelato); • Controllo del consumo di formaggi; • Controllo del consumo di affettati la cui scelta è limitata a quelli magri; • Adeguato consumo di carne preferibilmente magra e bianca (es. manzo, vitello, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale, cavallo) eliminando tutto il grasso visibile; • Adeguato consumo di legumi (ceci, fagioli, piselli, lenticchie, fave..) • Adeguato consumo di olio extravergine a crudo e/o frutta secca • Adeguata idratazione giornaliera
dieta e sindrome premestruale
Autore: dott.ssa Teresa Coviello 17 feb, 2022
Uno stile di vita sano, un’alimentazione equilibrata e bilanciata in aggiunta a una regolare attività fisica possono contribuire a ridurre i sintomi della sindrome premestruale.
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